Denominazione di Origine Controllata, sono quei vini che vengono prodotti con uve raccolte in una determinata zona.
Il massimo delle denominazioni. Qui è ‘di Origine Controllata e Garantita’. Questa etichetta identifica la provenienza geografica di un vino pregiato che ha requisiti più stringenti relativi ai controlli chimico-organolettici con una commissione di esperti che realizza anche un’analisi sensoriale del vino.
Indicazione Geografica Tipica. Rispetto a DOC e DOCG qui la legge è meno severa, le zone più ampie e i requisiti meno stringenti.
DOC e DOCG dal 2010 sono ricomprese nella denominazione comunitaria DOP (Denominazione di Origine Protetta) con conseguente prerogativa di approvazione dei due marchi in sede europea.
I Vini da Tavola sono quelli per i quali il produttore vuole essere libero dalle restrizioni di tutti gli altri disciplinari, sempre più severi fino al docg.
Alcune associazioni, come la famosa Slowfood nella loro guida valorizzano anche vini semplici dandogli una categoria che li nobilita nella loro immediatezza
Le aziende vinicole utilizzano sistemi di controllo al fine di assicurare costantemente un livello di qualità elevato, in cui tutti i processi dell’intera filiera produttiva sono monitorati. L’obiettivo del miglioramento continuo viene realizzato partendo dalla coltivazione della vite, passando per la trasformazione dell’uva in vino, per l’affinamento del vino in botti presso grotti naturali fino alla vendita e alla spedizione dei prodotti confezionati.
Sono aziende che seguono un metodo di lavoro che segue regole ben precise stabilite per legge. La certificazione prevede che prima di tutto siano eliminati i concimi e pesticidi di sintesi.
Qui parliamo di una vera e propria filosofia di vita. Non solo le regole bio, ma anche una serie di pratiche nella coltivazione di connessione tra le forze della natura e quelle cosmiche come le fasi lunari, le antiche pratiche di lavorazione dei terreni
Mentre per i vini bio esiste una certificazione normata, esistono anche vini artigianali appartenenti a questa categoria che seguono i principi di rispetto dell’ambiente e della natura.
Anche in questa categoria i produttori non vogliono sottostare alle pesanti indicazioni CE per la certificazione Bio ma seguono comunque principi radicali nella coltivazione e vinificazione come ad esempio l’evitare filtri aggressivi. Ne possono risultare vini velati, con una torbidità che non è un difetto ma una caratteristica.
“Il progetto NoviAgri vuole fornire risposte concrete e pratiche per affrontare le seguenti problematiche:
1. la salubrità dei luoghi di lavoro in ambito agricolo;
2. la salvaguardia dell’ambiente;
3. la richiesta da parte dei consumatori di prodotti agricoli sempre più salubri e privi di residui chimici.”
I 100 circa vitigni più tipici, storici, originari del nostro territorio
Magari meno diffusi, più rari ma spesso ancor più interessanti. A volte ancora più antichi
Tipi di uve coltivate in tutto il mondo, adattabili, robuste, come il bianco e versatile Chardonnay
Una tipologia di piante che si coltivano in diverse zone dell’emisfero ma meno frequentemente
Quando l’azienda agricola possiede i terreni, coltiva l’uva e realizza tutto il processo di vinificazione e invecchiamento
A volte il produttore acquista l’uva e la vinifica, altre acquista direttamente il vino e lo imbottiglia. Può essere comunque molto bravo a selezionare e fare l’ ”imbottigliatore”
Diversi modi di stagionare il vino. Legno grande, antiche tradizioni come in Piemonte. Legno piccolo come la francese Barrique lì più diffusa con veloce evoluzione del vino e sentori frequenti di vaniglia e tostato.
Evoluzioni che non interferiscono col legno. Solo le caratteristiche dell’uva nel suo territorio
Anfore, dal nord- est alla Sicilia, Contenitori in cemento che tornano dopo la gran diffusione negli anni 60 e 70 perchè si capisce il valore dell’isolamento termico e il risparmio energetico ed ecologico.
Esistono aziende antiche, in Italia, che da secoli producono vino.
La vera crescita di qualità diffusa in Italia è arrivata nell’ultimo secolo, in particolare dopo la grande crisi del 1985, con le morti per il metanolo
La crescita in Italia di produttori di qualità non si ferma. Anzi. Conquistiamo nel nuovo millennio i vertici delle classifiche mondiali di concorsi, guide e autorevoli riviste. Impensabile battere i francesi nel secolo scorso.
Un vino con una quantità di alcol limitata, ma non per questo di bassa qualità! Crescono le richieste di questi vini, anche rossi! Profumati, piacevoli, immediati.
Vini che hanno più potenza, persistenza di gusto più lungo e abbinamenti necessari col cibo di complessità proporzionata.
Qui sono i vini che hanno quello che si definisce ‘il corpo’: non solo alcol ma glicerina, che dà morbidezza, ma anche sali, acide e nel rosso tannino che crea astringenza.
Sono quelli vicini alla data della vendemmia e che quindi generalmente hanno freschezza dei profumi e del gusto, acidità. Un rosso frizzante, un bianco poco alcolico, una bollicina ‘charmat’.
E’ già passato un po’ di tempo dal frutto maturo e sono nel momento giusto per essere gustati.
Alcuni vini hanno bisogno di più tempo per evolversi. Classici i rossi di grande potenza e con un tannino che ha bisogno di evolversi e armonizzarsi. Ma anche alcuni bianchi o bollicine che hanno bisogno nel metodo classico di stare diversi anni a contatto coi lieviti.
Ci sono vini che dì per sé creano energia e rafforzano la nostra forza.
I vini che tecnicamente si chiamano così si possono bere anche da soli, senza abbinamenti. Meritano tempo e riflessione.
Vini molto particolari, sorprendenti che meritano di essere assaggiati con altri.
Vini dolci, passiti, adatti a feste, incontri allegri.